SEGNALAZIONI

Il libro espone i risultati di una ricerca etnomusicologica condotta dagli autori tra il 2004 e il 2006 dal titolo “Musica e canti degli italiani in Austria”, per conto dell’Institut für Volksmusikforschung und Ethnomusikologie dell’Universität für Musik und darstellende Kunst Wien, concentrandosi sui rilevamenti compiuti in Vorarlberg, la regione più occidentale dell’Austria e luogo di consistente immigrazione dal Trentino in particolare fra il 1870 e il 1914.

Il testo intreccia la riflessione sul difficile processo di integrazione degli italiani nella società austriaca con l’analisi dei repertori etnomusicali documentati presso i discendenti dei trentini emigrati a cavallo fra il XIX e il XX secolo, in un percorso che va dalle formalizzazioni più intime, apprese ed eseguite in dialetto e trasmesse all’interno del nucleo familiare in particolare per via femminile (filastrocche, ninne nanne, preghiere), alle canzoni riconosciute come espressione di una identità trentina, scritte in tedesco e appartenenti al repertorio dei cosiddetti Italianerlieder (in particolare il canto Wir kommen von Trentino, nato come canzone di scherno ma da sempre eseguita per esorcizzare e combattere i luoghi comuni negativi con i quali la comunità ospitante percepiva gli emigrati, sottolineandone dunque il valore omeopatico di canto “alla rovescia”), alle canzoni in italiano, apprese in famiglia o attraverso produzioni musicali che circolavano fra i cori della montagna trentina, legate emotivamente alla storia dell’emigrazione e alla terra d’origine; infine ai canti eseguiti dalle corali organizzate, sorte negli ultimi decenni del Novecento.

Attraverso la ricerca etnomusicologica vengono dunque evidenziate le evoluzioni di un sentimento di identità che si è andato ridefinendo nel corso del XX secolo: la necessità di proteggere i figli dei primi emigrati dalle discriminazioni subite in pubblico da chi parlava un tedesco stentato ha infatti impedito in buona parte la trasmissione della lingua (italiano e dialetto trentino), pur mantenendo tracce di un sentimento di appartenenza che negli ultimi decenni, soprattutto dalla fine degli anni ’80 del Novecento, ha portato alla nascita di un Comitato dei trentini e di un “Archivio trentino” sorti con lo scopo di riscoprire e valorizzare la storia dell’emigrazione dei trentini verso il Vorarlberg.

Il libro, in versione bilingue tedesco/italiano, è corredato di fotografie, trascrizioni musicali e testuali, CD allegato con 15 documenti sonori registrati sul campo.

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Pubblicato nella collana AEM – Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il libro con CD allegato curato da Domenico Di Virgilio ripercorre le tappe della presenza di Carpitella in Abruzzo a partire dal VII Congresso Nazionale delle Tradizioni Popolari di Chieti del 1957, al quale seguirono poi le registrazioni condotte assieme a Roberto Leydi e Don Nicola Jobbi nel 1966 nella montagna teramana e la docenza come incaricato di Storia della Musica presso la Facoltà di Lettere dell’Università D’Annunzio di Chieti dal 1968 al 1970. Tra il 28 giugno e il 6 luglio del 1970 Carpitella si recò assieme ad un suo laureando, Ferdinando D’Amario, nelle località di Civitella Messer Raimondo, Palena, Gessopalena e Quadri, tutte in provincia di Chieti, per effettuare le registrazioni poi confluite nella Raccolta 129 del CNSMP, oggi Archivi di Etnomusicologia. Il testo analizza il contesto socio economico della popolazione rurale/contadina dell’area e le sue relazioni con la produzione etnomusicale, con particolare riferimento alle modalità espressive della vocalità femminile, soffermandosi poi sullo specifico ambito geografico e sociale oggetto dell’indagine di Carpitella e sull’analisi del repertorio documentato dall’etnomusicologo, testimone di un “mondo sonoro” ormai definitivamente scomparso. Le osservazioni dell’autore partono dai canti di lavoro nei campi (arie di mietitura, arie per la raccolta delle olive, canti a dispetto), e proseguono poi con i repertori di carattere religioso (esorcismi, rosari, canti di pellegrinaggio), i brani strumentali (per organetto diatonico a due bassi e otto bassi e per armonica a bocca), le ninne nanne, i canti all’altalena (per i quali è proposta una prima ipotesi interpretativa), i lamenti funebri; un’articolata analisi dello stile vocale percorre orizzontalmente la descrizione dei repertori, anche attraverso l’uso di sonogrammi e di programmi per l’elaborazione elettronica degli andamenti melodici.

Annunziata Taraschi ha curato la seconda parte del testo, dedicata allo studio degli elementi linguistici emersi dall’ascolto delle registrazioni presenti nella Raccolta, in un lavoro di costante comparazione fra il dato musicale e gli aspetti lessicali, fonetici, storici della lingua, italiana o dialettale, utilizzata nei canti. Ne emerge un quadro denso di rimandi, e di osservazione dettagliata dell’elemento testuale, condotta anche attraverso un aggiornamento della ricerca sul campo nei luoghi delle registrazioni del 1970, quando possibile con gli stessi informatori di Carpitella o con i loro figli.

Al libro è allegato un CD, nel quale confluiscono 39 brani dei 148 contenuti della Raccolta 129: un percorso costruito in base alla rappresentatività dei documenti (con particolare attenzione all’uso della voce), alla loro completezza e alla qualità della registrazione, per un totale di 54’ e 16’’ di documenti sonori inediti.